Il Metaverso è morto?" La Metaverse Wine Week risponde con i numeri
Lo leggiamo spesso: “Il Metaverso è una bolla scoppiata”, “Nessuno lo usa più”. È un mantra comodo. Ma è davvero così?
C’è solo un piccolo problema: i dati concreti della Metaverse Wine Week raccontano una storia completamente diversa. Mentre i titoli annunciavano il declino, la nostra community di wine lover, professionisti e aziende non solo partecipava, ma interagiva in modo vibrante.
Se il Metaverso fosse veramente morto, come si spiegano questi numeri?
– Oltre venti relatori di alto profilo – come Angelo Peretti, Laura Iacovone, Mariella Borghi e Sara Missaglia – che scelgono il nostro palco per parlare di vino e innovazione?
– Una community dedicata che, anno dopo anno, partecipa attivamente.
– Un pubblico di qualità: 36% Millennials, 12% Winelover, 13% Media, 17% Aziende. Non sono numeri anonimi, sono professionisti, decisori e influencer.
– Un engagement travolgente su LinkedIn: Oltre 12.000 impressioni, 2.000 commenti, 4.500 reazioni e 5.000 interazioni.
Allora, dove sta la verità?
La Risposta è in un Articolo Che Ha Centrato il Problema
Con un mio recentissimo articolo pubblicato qui nel blog di Vanilla Innovations, “Il Metaverso è morto (Per colpa nostra)“, ho cercato di mettere il dito nella piaga: il Metaverso non è fallito in sé; è stato il nostro approccio a fallire.
L’articolo sostiene che il Metaverso è stato riempito di “contenuti noiosi, inutili e poco emozionanti”, diventando una “versione virtuale della noia della vita reale”. Le persone non vogliono un ufficio virtuale più noioso di quello reale; vogliono emozioni, intrattenimento e relazioni autentiche.
È esattamente qui che la Metaverse Wine Week ha invertito la rotta.
Dall'Hype alla Sostanza: Perché la MWW Funziona (Dove Altri Hanno Fallito)
Noi non abbiamo venduto il “Metaverso”. Abbiamo venduto l’emozione di scoprire un vino con un produttore italiano direttamente dal suo vigneto, anche se ci trovavamo a New York. Abbiamo venduto la passione di una masterclass sulle neuroscienze del gusto, non un noioso webinar in una stanza virtuale grigia.
1. Emozione, Non Tecnologia. Le persone non vengono per il “Metaverso”; vengono per il vino. La tecnologia è il mezzo magnifico e potente per rendere quell’esperienza più ricca, condivisa e globale. È l’antitesi della noia.
2. Community, Non Pubblico. I nostri numeri di engagement lo dimostrano. Le persone commentano, condividono, interagiscono. Creano relazioni autentiche perché trovano un valore condiviso, non un gadget tecnologico. Come sottolinea giustamente Vanilla Innovations, è la “relazione tra persone” il vero motore.
3. Utility, Non Gimmick. Un’azienda vinicola può incontrare buyer internazionali. Un appassionato può accedere a conoscenze altrimenti irraggiungibili. Questo non è un’esperienza fine a sé stessa; è uno strumento potente che risolve problemi reali: l’accesso, la distanza, i costi.
Conclusione: Il Metaverso è Vivo Dove C'è Passione
La prossima volta che leggi “Il Metaverso è morto”, ricorda questi numeri. Il Metaverso generalista e senza anima forse ha deluso, ma la tecnologia immersiva sta vivendo un rinascimento silenzioso nelle nicchie di qualità, dove il focus è sulle persone e sulle passioni che le uniscono.
Il Metaverso non è morto. È solo cresciuto, spostandosi dall’hype alla sostanza. E la sostanza, nel nostro caso, ha un ottimo retrogusto.
Augusto Faglia
Vanilla Innovations, Inc. è sponsor dell’Osservatorio XR & Metaverse della School of Management del Politecnico di Milano
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